La spettatrice
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Barbora Bobulova in una scena del film | |
Paese di produzione | Italia |
Durata | 98 min |
Genere | drammatico |
Regia | Paolo Franchi |
Sceneggiatura | Paolo Franchi |
Produttore | Roberto Buttafarro, Marco Quintili, Franco Zuliani |
Fotografia | Giuseppe Lanci |
Montaggio | Alessio Doglione |
Musiche | Carlo Crivelli |
Scenografia | Ettore Guerrieri |
Interpreti e personaggi | |
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La spettatrice è un film del 2004, scritto e diretto da Paolo Franchi, al suo esordio nella regia.
Il film è stato candidato ai David di Donatello e ai Nastri d'argento come miglior opera prima.
Il regista è stato accostato a Krzysztof Kieślowski per merito della scrittura fredda e concisa del film.[1]
Trama
Valeria, una giovane interprete di indole solitaria e profondamente introversa, prova una passione segreta, quasi morbosa, per Massimo, ricercatore medico e suo dirimpettaio. La ragazza si limita ad osservare dalla sua finestra ciò che accade nell'appartamento di fronte, passando gran parte dei suoi momenti liberi a spiare il suo vicino oppure ad incrociarlo per strada; ciò avviene sempre senza interferire sulla sua vita, evitando qualsiasi gesto o parola che possa implicare un legame con lui. Il giorno che Massimo lascia l'appartamento, trasferendosi da Torino a Roma, Valeria decide di seguirlo, abbandonando casa e lavoro senza alcuna esitazione; arrivata nella capitale, la ragazza riesce a farsi assumere come dattilografa da Flavia, compagna di Massimo e impegnata a scrivere un libro sul suo defunto marito. L'impegno lavorativo a cui sono legate le due donne porta Valeria a vivere a stretto contatto con Massimo, divenendo partecipe di alcuni momenti della vita dell'uomo che ha seguito. Sarà lui a compiere il primo passo di avvicinamento tra i due, ma ora che la distanza che li divideva si è assottigliata fino ad essere abbattuta, Valeria prende la decisione di tornarsene a Torino, evitando un coinvolgimento emotivo a cui non è mai stata abituata.
Critica
- Un insolito film (...) capace di combinare la precisione cronachistica con una tensione metaforica; è parte del commento del dizionario Morandini che assegna al film tre stelle su cinque di giudizio.[1]
- Un film sull'impossibilità dell'amore, ma anche sulla necessità dell'amore.[2] Maurizio Cabona per Il Giornale.
- Un regista ed un'attrice in buona sintonia, in un film dagli echi kieslowskiani; il commento del dizionario Farinotti che assegna tre stelle su cinque di giudizio.[3]
Collegamenti ad altre pellicole
- La protagonista che si invaghisce del suo vicino di casa richiama alla memoria il sesto episodio del Decalogo di Kieslowski.[1]
- Una forte analogia si nota con il film "La finestra di fronte" di Ferzan Özpetek, dove la protagonista (Giovanna Mezzogiorno) è fortemente attratta dal giovanotto che abita nella casa di fronte (Raoul Bova).
Note
- ^ a b c Commento del Morandini su mymovies.it
- ^ Recensione di Maurizio Cabona su mymovies.it
- ^ Pino Farinotti, Il Farinotti 2009, Newton Compton Editori 2008 - pag 1887