Libertà e Giustizia

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Libertà e Giustizia è una associazione culturale italiana nata nel 2002, a carattere nazionale con sede a Milano.

L'associazione

Nata su proposta di note personalità della cultura italiana, come Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Enzo Biagi, Umberto Eco, Alessandro Galante Garrone, Claudio Magris, Guido Rossi, Giovanni Sartori, Salvatore Veca e Umberto Veronesi, ha come scopi dichiarati nel suo Manifesto quelli di "dare un senso positivo all’insoddisfazione che cresce verso la politica, trasformandola in partecipazione e proposta"[1] e di "essere l’anello mancante fra i migliori fermenti della società e lo spazio ufficiale della politica"[1].

Tra gli obiettivi la laicità dello Stato, l’efficacia e la correttezza nell’agire pubblico, l'equilibrio tra i poteri.

L'associazione è stata inaugurata il 17 novembre 2002, al Piccolo Teatro Studio di Milano, davanti a un migliaio di partecipanti.[2]

La sua attività si basa su pubblicazioni, convegni, seminari, proposte di legge[3]

Nel corso degli anni è intervenuta più volte nel dibattito politico italiano tramite appelli, raccolte di firme e denunce con a volte ampio riscontro sui media nazionali:

  • nel 2002 contro la proposta della Commissione Cultura della Camera di sottoporre la scelta dei manuali di storia per le scuole al Ministero della Pubblica Istruzione.[4]
  • nel 2003 contro l'ultimatum degli Stati Uniti a Saddam, contro una sanatoria edilizia proposta dal governo italiano, a favore del pluralismo e la libertà di informazione[4]
  • nel 2004 contro la riforma costituzionale progettata dalla destra, contro l'"occupazione degli spazi di libera informazione della RAI" in prossimità delle elezioni europee ed amministrative, contro la Riforma Castelli in materia di giustizia.[5]
  • nel 2006 per spingere gli elettori a votare contro Berlusconi nelle elezioni politiche, e contro la "devolution".[6]
  • nel 2009 ha promosso un appello per denunciare "corruzione pubblica e privata, disprezzo della legalità e dell'uguaglianza, impunità per i forti e costrizione per i deboli", e per "contrastare le proposte di stravolgimento della Costituzione, come il presidenzialismo e l'attrazione della giurisdizione nella sfera d'influenza dell'esecutivo"[7] In occasione dei tre referendum del giugno 2009 relativi alle leggi elettorali di Camera e Senato, l'associazione si è schierata per l'astensionismo o il no, in quanto un'eventuale vittoria del sì avrebbe portato non al rafforzamento del bipartitismo, "bensì di un solo partito".[8]

Principali rappresentanti

Presidente onorario

Presidente

Consiglieri

Garanti

Soci onorari

Note

  1. ^ a b Manifesto dell'associazione, su libertaegiustizia.it. URL consultato il 21 novembre 2009.
  2. ^ Nasce 'Libertà e Giustizia' Più di mille al battesimo, in La Repubblica, 18 novembre 2002. URL consultato il 21 novembre 2009.
  3. ^ Statuto dell'associazione "Libertà e Giustizia" (PDF), su libertaegiustizia.it. URL consultato il 21 novembre 2009..
  4. ^ a b Libertà e Giustizia - Resoconto 2003 (PDF), su libertaegiustizia.it. URL consultato il 21 novembre 2009.
  5. ^ Libertà e Giustizia - Resoconto 2004 (PDF), su libertaegiustizia.it. URL consultato il 21 novembre 2009.
  6. ^ Libertà e Giustizia - Resoconto 2006 (PDF), su libertaegiustizia.it. URL consultato il 21 novembre 2009.
  7. ^ Appello di "Libertà e Giustizia": "La democrazia è in bilico: salviamola", in La Repubblica, 7 febbraio 2009. URL consultato il 21 novembre 2009.
  8. ^ Libertà e Giustizia: «No o astensione», in Corriere della Sera, 16 maggio 2009. URL consultato il 21 novembre 2009.

Collegamenti esterni