Ayşe Sultan (figlia di Murad III)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 7 ago 2022 alle 18:50 di 93.148.92.54 (discussione) (Creazione pagina)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ayşe Sultan (turco ottomano: عائشه سلطان, la vivente; Manisa, prima del 1565 – Costantinopoli, 15 maggio 1605) è stata una principessa ottomana. Era la figlia del sultano Murad III e della sua favorita e Haseki Safiye Sultan, e sorella del sultano Mehmed III.

Biografia

Ayşe Sultan nacque prima del 1565 a Manisa, dall'allora Şehzade Murad, governatore della regione e figlio del sultano Selim II (salito al trono nel 1566), e dalla sua favorita Safiye Sultan[1][2]. Aveva almeno due fratelli e una sorella di sangue: Mehmed III, Şehzade Mahmud e Fatma Sultan. Altri suoi possibili fratelli di sangue erano: Şehzade Selim, Humaşah Sultan, Mihrimah Sultan e Fahriye Sultan.

Nel 1574 suo padre Murad salì al trono e Ayşe lo seguì a Costantinopoli.

Nel 1582 Murad promise Ayşe in sposa a Damat İbrahim Pascià, governatore d'Egitto. Il fidanzamento contrariò la madre di Murad e nonna di Ayşe, Nurbanu Sultan, la quale voleva che la nipote sposasse il suo pupillo kapıcıbaşı Mahmud, che lei aveva cresciuto come un figlio. Nurbanu tentò di ritardare le nozze, ma nel 1584, dopo la sua morte, Mahmud fu fatto sposare con una figlia di Semiz Ahmed Pascià, cosa che gli precluse le nozze con una principessa imperiale (la quale per legge doveva essere l'unica moglie di suo marito)[3]. Le nozze di Ayşe e Ibrahim vennero celebrate nel 1586[4]<refPeirce 1993, p. 123></ref> e gli sfarzosi festeggiamenti durarono una settimana[5]. Dopo un anno la coppia fu richiamata a Costantinopoli e in seguito Ibrahim fu per tre volte Gran Visir del fratello di Ayşe, Mehmed III. Da questo matrimonio Ayşe ebbe un figlio e una figlia[6].

Ayşe rimase vedova il 10 luglio 1601 e il 5 aprile 1602 sposò il nuovo Gran Visir, Yemişçi Hasan Pascià[7]. Un anno dopo il matrimonio Hasan cadde in disgrazia e Mehmed III decise di giustiziarlo. Ayşe intercesse per suo marito presso il fratello e la loro madre Safiye Sultan, dichiarando che sarebbero andati in esilio a La Mecca se lo avesse risparmiato, ma Mehmed le rispose che, se voleva seguirlo, poteva seguirlo nella morte[8]. Hasan Pascià fu giustiziato il 18 ottobre 1603[9][10].

Ayşe infine sposò il suo amante, Güzelce Mahmud Pasha (morto nel 1606), nel 1604, matrimonio concluso con la sua stessa morte[11][12].

Ayşe morì il 15 maggio 1605 e venne sepolta nel mausoleo Mehmed III nella moschea Hagia Sofia di Costantinopoli[13].

Beneficienza

Ayşe era molto devota e si dedicò a numerosi progetti di carità. Nel suo testamento dispose la liberazione incondizionata dei suoi schiavi e schiave; 10.000 aspri da dedicare al riscatto dei debiti di persone in carcere per debiti fino a 500 aspri; 2.000 aspri furono lasciati a fondi per i poveri, gli orfani e i malati di Costantinopoli, La Mecca, Medina e Gerusalemme; infine, una certa somma di denaro fu stanziata per pagare il riscatto dei prigionieri di guerra musulmani, a condizione che le prigioniere avessero la precedenza[14][15].

Note

  1. ^ Peirce 1993, p. 95
  2. ^ Uluçay 2011, p. 74.
  3. ^ Pedani, Maria Pia (2000). Tucica, Volume 32: Safiye's Household and Venetian Diplomacy. p. 18.
  4. ^ Uluçay 2011, p. 74.
  5. ^ Blake, Stephen P. (February 11, 2013). Time in Early Modern Islam: Calendar, Ceremony, and Chronology in the Safavid, Mughal and Ottoman Empires. Cambridge University Press. p. 103. ISBN 978-1-107-03023-7.
  6. ^ Cuerva, Ruben Gonzalez; Koller, Alexander (August 28, 2017). A Europe of Courts, a Europe of Factions: Political Groups at Early Modern Centres of Power (1550-1700). BRILL. p. 105. ISBN 978-9-004-35058-8.
  7. ^ Çeliktemel 2012, p. 64-5
  8. ^ Çeliktemel 2012, p. 72
  9. ^ Tezcan, Baki (November 2001). Searching for Osman: A reassessment of the deposition of the Ottoman Sultan Osman II (1618-1622). pp. 328 n. 18.
  10. ^ Uluçay 2011, p. 75
  11. ^ Tezcan, Baki (November 2001). Searching for Osman: A reassessment of the deposition of the Ottoman Sultan Osman II (1618-1622). pp. 328 n. 18.
  12. ^ Uluçay 2011, p. 75
  13. ^ Uluçay 2011, p. 75
  14. ^ Narodna biblioteka "Sv. sv. Kiril i Metodiĭ. Orientalski otdel, International Centre for Minority Studies and Intercultural Relations, Research Centre for Islamic History, Art, and Culture (2003). Inventory of Ottoman Turkish documents about Waqf preserved in the Oriental Department at the St. St. Cyril and Methodius National Library: Registers. Narodna biblioteka "Sv. sv. Kiril i Metodiĭ. p. 215.
  15. ^ Peirce 1993, p. 202.

Bibliografia

  • Çeliktemel, Başak (2012). A study of the third English ambassador Henry Lello's report on the Ottoman Empire (1597-1607).
  • Peirce, Leslie P. (1993). The Imperial Harem: Women and Sovereignty in the Ottoman Empire. Oxford University Press. ISBN 978-0-195-08677-5.
  • Uluçay, Mustafa Çağatay (2011). Padişahların kadınları ve kızları. Ankara: Ötüken. ISBN 978-9-754-37840-5.